Tutte e tre le letture di questa domenica ci aiutano a meditare su di un aspetto molto specifico dell’Incarnazione: la preesistenza del Verbo, del Figlio, la seconda Persona della SS. Trinità. Cosa significa questa affermazione? Significa che Gesù di Nazareth non era semplicemente un grande sapiente, o un grande profeta, benedetto e ispirato dal Padre. No, la sua relazione con il Padre è ben più profonda, benché impossibile da spiegare da parte nostra. Infatti, come ci dice magistralmente San Giovanni nel brano del Prologo, in Gesù di Nazareth è il proprio Verbo, il Figlio, la seconda Persona della Trinità, che s’incarna; ovvero assume tutte le caratteristiche dell’umano ed opera, agisce come ciascuno di noi. Chiaramente questo grande Mistero noi lo possiamo affermare con la Chiesa, senza alcuna possibilità di capirlo, esattamente perché questa esperienza è unica ed esclusiva di Gesù; nessuno è mai entrato nella Sua libertà e nella Sua coscienza, “per capire come funzionavano le cose”.
D’altro canto, quali sono le ricadute principali di questa verità per la nostra fede?
La prima e più semplice è che tutto ciò che Gesù ha detto e fatto non è semplicemente frutto della ricerca e dello sforzo di un uomo, pur grande che sia. In realtà la vita, così come l’ha vissuta Gesù, è anche quella che piace a Dio, perché chi conduceva e ispirava l’agire di Gesù era il proprio Verbo, il Figlio del Padre. Se così stanno le cose, allora è chiaro che le scelte di Gesù non possono semplicemente essere guardate con stima ed ammirazione. In realtà le sue opzioni di vita sono, per così dire, vincolanti per noi. In altre parole, se voglio vivere in sintonia, in obbedienza alla volontà del Padre, devo vivere come Gesù, perché quella è la forma di vita che il Padre si aspetta da noi, uomini e donne.
Questa prima conseguenza ci rimanda immediatamente ad un’altra ad essa strettamente collegata; è quella che qualche settimana fa avevo commentato con il termine “predestinazione in Cristo”. Questo altro aspetto, legato alla preesistenza del Verbo del Padre, è espresso in modo magistrale dai versetti della Seconda Lettura, tolti dall’Inno cristologico della Lettera ai Colossesi. Senza ovviamente ripetere quanto già detto a suo tempo, in questo momento mi basta ricordare che, grazie alla “predestinazione in Cristo”, tutto il Creato è un sistema, complesso, ma armonioso, che ha la sua ragion d’essere nell’essere umano Gesù di Nazareth. In altre parole tutta la Creazione, generata nel Figlio, nel Verbo, fu pensata fin dall’origine per poter offrire all’essere umano le condizioni di una vita felice ed armoniosa; ma non l’umano qualsiasi o che vive in qualsiasi modo. L’essere umano, che la Creazione può ospitare, è quello che vive come Gesù. Fuori di questa possibilità, l’umanità diventa una tragedia per il Creato, ma anche il Creato diventa un tiranno ostile per l’umanità.
Forse qualcuno, leggendo queste poche righe, potrebbe trovarle troppo astratte ed un po’ difficili. D’altro canto, per tradurre nel concreto queste semplici osservazioni, dovrei fare una molteplicità di esempi, tratti dalla vita concreta degli uomini e delle donne di oggi e di sempre.
Forse un piccolo accenno al conflitto tra il progetto di uomo/donna presentatoci dal Padre in Gesù e i nostri progetti di vita frutto del nostro egoismo, dicevo, questo conflitto è accennato nei versetti del Vangelo: “Veniva nel mondo la luce vera, / quella che illumina ogni uomo. / Era nel mondo / e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; / eppure il mondo non lo ha riconosciuto. / Venne fra i suoi, / e i suoi non lo hanno accolto.”. In altre parole Gesù non è venuto nel mondo “per aggiungere, o fare qualcosa in più” ad un’umanità persa nel peccato. Gesù è semplicemente venuto per rivelarci ciò che da sempre sta iscritto nel nostro cuore, perché il nostro cuore fu creato in Lui per vivere come Lui.
Ciò significa anche che l’umanità per quanto pensi d’inventare e progettare, senza o al di là di Gesù, per quanto pensi di costruirsi una vita ed un futuro autonomamente, senza specchiarsi in Gesù di Nazareth, ebbene più cercherà di fare ciò, più renderà invivibile la vita sulla Terra. Esattamente perché tutta la realtà è stata creata “in Lui e per Lui”.
Pe. Marco