Pur essendo celebrata in date diverse, rimane il fatto che la Festa della mamma è forse la festività, che riscontra il maggior consenso a livello mondiale. Essendo stato allevato in un ambiente non molto avvezzo alle effusioni sentimentali, devo dire che non aveva molta importanza per me, al di là degli consueti auguri fatti alla mamma. Come per molti altri aspetti della mia vita, la mia “conversione” a questa ricorrenza è avvenuta, quando mi sono ritrovato a festeggiarla per la prima volta in Brasile nell’ormai lontano maggio del 2002. Inizialmente fui tentato dal solito giudizio moralista, per il fatto che la Celebrazione eucaristica sembrava totalmente stravolta agli occhi del mio razionalismo occidentale. In realtà, come poi mi ritrovai ad incentivare molte volte, si trattava di quella felice contaminazione tra Liturgia e Vita, che molto spesso caratterizza le celebrazioni da quelle parti del mondo. Tra l’altro, con il passare degli anni, devo dire che il mio sconcerto, più che diminuire, aumentò; soprattutto quando ad essere festeggiate ed onorate erano mamma non molto esemplari, per usare un eufemismo. Eppure la mamma è la mamma e la sua maternità, molte volte, consisteva semplicemente nell’aver messo al mondo quel figlio/a, che la stava festeggiando. Devo confessare che, nonostante tutto ancora oggi, io non riesco a capire questo sentimento fino in fondo, se penso alle condizioni in cui sono costretti a crescere certi figli/e. Ciò nonostante, pur non capendo, intuisco che la relazione madre-figlio/a porta in sé qualcosa di unico ed incomprensibile ad un tempo, perché lei, la nostra mamma, è stata per noi “l’arca della Vita”, quel tramite che ha permesso a Dio di metterci nel mondo. Senza demonizzare, anzi riconoscendo il valore delle conquiste della biologia, eppure la maternità di una donna porta in sé molti tratti del Mistero di Dio. Lì il Mistero dell’Uomo ed il Mistero di Dio si toccano e s’incontrano. Per questo motivo l’evento della maternità andrebbe salvaguardato nella sua naturalità e nella sua struttura originaria: esattamente perché porta in sé un Mistero che ci supera e ad esso è legata la Vita dell’umanità su questa Terra. Come sempre accade nelle cose che riguardano gli esseri umani, la Vita, soprattutto nel suo sorgere, non può essere vista solamente in una prospettiva biologica. Se così fosse non ci sarebbe molta differenza tra il nascere dal grembo di una donna ed il nascere in laboratorio da una provetta. È vero che molti esseri umani sono nati per caso, o per sbaglio, come si suol dire. Ciò nonostante l’apparire della Vita nel ventre di una donna, quando è frutto di una scelta libera e responsabile, porta in sé una tale molteplicità di significati, senza i quali la Vita non sarebbe più veramente umana. Purtroppo l’idea che la tecnica possa tranquillamente sostituire l’incontro e la relazione d’amore di due esseri, diversi ma complementari, ebbene questa idea è una delle tante illusioni pseudoscientifiche, che vedremo presto crollare; né più, né meno, come abbiamo visto crollare gran parte dei miti scientifici, durante questa pandemia. Da qui, allora, l’importanza di salvaguardare e valorizzare l’evento della maternità in tutte le sue dimensioni, da quelle familiari a quelle sociali, da quelle sanitarie a quelle economiche. In altre parole, nella misura in cui l’intero sistema socio-economico rimettesse al centro la maternità come un suo valore fondamentale, l’intera società sarebbe obbligata a riorganizzarsi su modelli e ritmi decisamente più naturali e più umani. In un epoca in cui addirittura il mitico bacio del principe azzurro a Biancaneve è diventato un problema, probabilmente dovremo aspettare ancora un po’ per poter ridare alla maternità della donna il prestigio che le compete; ma la verità non può che fare il suo corso. Per il momento accontentiamoci di festeggiare le nostre mamme con tutto l’affetto di cui siamo capaci, nell’auspicio che le nostre giovani, magari solo per invidia, anche loro vogliano essere così festeggiate un domani.
Pe. Marco