Il ciclo vita/morte, grazia/peccato, che sostiene il Mistero della Vita, ci riporta anche quest’anno a rivivere il tempo di grazia della Quaresima. Anche quest’anno, pur nella diversità delle esperienze, possiamo vivere questo tempo in comunione con i nostri fratelli mussulmani, impegnati con il loro Ramadan.
La nostra liturgia ambrosiana ci propone sempre il grandioso brano delle tentazioni di Gesù nel deserto (Mt 4,1-11). Il brano non si limita a raccontare un fatterello della vita di Gesù, ma è una magistrale riflessione sulle tentazioni, che attraversano il rapporto tra l’uomo e la Trinità.
Dentro questi rischi, è maturato il discernimento di Gesù nel deserto e alla scuola del Battista; discernimento con il quale Gesù ha potuto riconoscere i pericoli connessi con la sua vocazione messianica. E’ bene precisare, che le tentazioni di Gesù non nascono “nel deserto”, ovvero emergono a caso nella Sua vita. In realtà, la grande e fondamentale Tentazione per Gesù è quella di plasmare la sua missione sulle attese umane, soprattutto su come l’uomo naturale s’immagina il divino e modella il suo rapporto con Lui. Questa è la Grande Tentazione, con la quale deve fare i conti Gesù. Ecco allora che in questa prospettiva, intrigante e complessa, possiamo ricordare le sottolineature principali del brano in questione.
La prima tentazione, quella dei pani, è certamente la più conosciuta a livello popolare. Questa ci rimanda alla difficilissima distinzione tra ciò che è necessario per il nostro mantenimento fisico e l’illusione demoniaca, che l’accumulo/consumo illimitato di beni materiali possa aumentare la nostra felicità. Il Vangelo, come tutta la Storia umana, può essere riletto su questa tentazione (Beati voi…, guai a voi…). Come ci descrive magistralmente Dostoevskij ne “I fratelli Karamazov”, i Potenti hanno sempre usato l’ambiguità tra il bisogno del “pane quotidiano” e l’offerta illusoria di “pane gratis” per tutti, per sedurre e asservire le masse. Perché Gesù, il Figlio dell’Onnipotente, non dovrebbe usare lo stesso metodo per attirare a sé? Poi ovviamente potrà anche spiegare il Vangelo alle masse… Quanta evangelizzazione fallita su questa ingenuità!
E’ interessante come Gesù non ponga l’alternativa Pane-Parola, cosa venga prima e cosa dopo. In realtà il Bene sta nell’intreccio inestricabile dei due elementi e uno solo dei due non è ancora il Vangelo: il Pane senza la Parola rimane senza un Senso ed alimenta nell’uomo/donna la sua dimensione “animale”; la Parola senza il Pane è un mero flatus vocis, fuori dalla Vita e dalla Realtà; pertanto in-credibile, non credibile.
La seconda tentazione rimanda ad un’immagine divina molto pericolosa: quella del dio dei miracoli. E’ il dio, motore immobile fuori dalla nostra vita quotidiana. Questo dio, sconosciuto e onnipotente, ci avrebbe abbandonati a questa vita, senza senso e senza regole, dove ognuno se la cava come può e i più spregiudicati possono giocare d’azzardo sulla propria e altrui vita. Salvo poi chiedere a Lui, al misterioso e tremendo, d’intervenire a riparare le conseguenze delle nostre decisioni scellerate. Sarà un caso, ma i grandi negazionisti del cambiamento climatico sono molto devoti di questo dio e tutti i suoi santi dai miracoli facili…
Gesù condanna inequivocabilmente questa visione come una Tentazione demoniaca. Per questo motivo i suoi Segni saranno sempre intrecciati con la Libertà degli interessati. I Segni di Gesù saranno un aiuto a cogliere la presenza benevolente del Padre, sempre vicino ai suoi poveri, perché liberati dalle varie oppressioni, possano essere protagonisti e responsabili nel mondo loro affidato.
La terza ed ultima tentazione rimanda all’ambiguità seducente del Potere. Per fare qualsiasi cosa, occorre essere in grado di farla, avere il potere di farla. Ma la Libertà umana può dire no, può sempre e comunque opporsi, anche nel fare il Bene. Che follia! La più grande possibilità umana, il massimo potere che l’umano ha, è quello di opporsi anche al Bene. E allora che senso ha affidarsi a questa imprevedibile Libertà, attendere la libera e responsabile risposta degli umani? Avendone il potere, non è forse meglio “guidarla” con la forza, o con le armi di seduzione di massa? “Se Tu sei il Messia, l’Unto del Padre, domina e controlla tutto ciò che è umano! Questo sarà il segno per noi del tuo carattere divino”. Eppure…, eppure tutto ciò è solo e semplicemente diabolico. Agire così per il Messia vorrebbe dire mettersi a servizio del Divisore ed oscurare il volto paterno dell’unico Signore; l’unico che merita la nostra adorazione e la nostra obbedienza; Colui che sa solo mettersi a servizio della nostra Libertà, anche a rischio di finire in Croce, pur di aiutarci a fare ciò che è giusto e vero.
Che questa Quaresima ci aiuti a smascherare in noi le immagini diaboliche del divino, per riscoprire il Suo Amore crocifisso per noi.
Pe. Marco