In queste settimane, per vari motivi, sono stato provocato a meditare sulla forza creatrice/distruttrice della Parola. Realmente, nel nostro parlare umano, si attua continuamente ciò che noi attribuiamo indebitamente solo al parlare di Dio, alla sua Parola. Tutti noi, spero, abbiamo avuto momenti di estasi ascoltando il Prologo di S. Giovanni, durante la Messa della notte di Natale: la Parola/Verbo del Padre genera la realtà.
Non a caso le Scritture iniziano “raccontando” l’azione creatrice della Parola: JHWH disse… e fu… Chissà da dove ha attinto l’Autore sacro, per raccontarci la Creazione, quale frutto del parlare di JHWH, della sua Parola!? Certamente deve essersi meravigliato del Mistero, che è la nostra parola. Il linguaggio, se ci pensiamo, è una di quei tratti, che più caratterizzano il Mistero dell’Uomo/Donna. Nessun altro essere da noi conosciuto riesce a parlare, soprattutto nella forma artistica, o filosofica. Altra cosa è comunicare attraverso segni convenzionali, cosa che fanno sia gli animali che le piante e, ahimè, molti essere umani ultimamente…
La società contemporanea, detta anche società aperta, o della comunicazione, è il frutto più maturo di questo Mistero del linguaggio umano. I potenti di turno l’hanno capito più che bene e, in un modo o nell’altro, articolano i loro giochi di potere usando in modo a dir poco maldestro questo dono straordinario.
Qui non è possibile, anche solo accennare, a come oggi siamo in grado di sondare e manipolare tutte le sfumature della parola e del comunicare. Un dato, però, vorrei rimarcare ed è quello della moltiplicazione dei messaggi e dei contenuti trasmessi. Ciò innanzitutto si è reso possibile grazie allo sviluppo tecnologico. I vari strumenti tecnologici possono compiere in tempi irrisori ciò noi umani faremmo molto più lentamente. Ma non solo. Le ultime frontiere del metaverso ci dicono, che la intelligenza artificiale può imparare, almeno in parte, a ragionare e non solo ad eseguire ordini prestabiliti.
Ed ecco, che con l’utilizzo perverso dei mezzi di comunicazione è possibile inondare di notizie la realtà. Essendo questa mole di dati smisurata per la mente umana, la stessa non ha il tempo per valutarne criticamente il grado di verità e di eticità di ogni messaggio trasmesso. Così, alla fine, il valore e la verità di una notizia dipende da quante volte viene ripetuta.
Dentro questo “tritacarne mediatico” difficilmente un contenuto significativo riuscirà ad imporsi e fare la differenza. Conseguenza di ciò è la difficoltà sempre maggiore nel formare delle coscienze eticamente sensibili, capaci di appassionarsi per ciò che vale e ciò che conta nella Vita.
Parallelamente a ciò, i soliti potenti di turno, attraverso la divulgazione ossessiva e maniacale di contenuti falsi, plasmano la realtà a loro piacimento. Un fatto, un fenomeno, o un comportamento, non ha più bisogno di essere un fatto realmente accaduto. Basta che una notizia venga ripetuta indefinitamente e questa diventa realtà nella mente di milioni di persone, le quali a loro volta agiranno a partire da quel fatto creato artificialmente nella loro coscienza.
Per citare qualche esempio, a seguito della propaganda perversa del decennio scorso, da un sondaggio di tre o quattro anni fa risultava che i migranti in Italia, nella percezione degli italiani, fossero circa 1/3 della popolazione, quando non arrivavano al 10%.
Ancora. Se voi mettete in Google il nome: Zakaria Atqaoui, l’autore del femminicidio di Cologno Monzese, vi apparirà la scritta: italiano ventitreenne di origini marocchine. Cosa hanno a che fare le origini marocchine con l’omicidio efferato? Semplicemente niente. Eppure, moltiplicando questo messaggio, in modo subliminale s’insinua l’idea, che chi ha origini non italiane è più violento degli italiani di più lunga data.
Infine, la nostra brillante e disinvolta Primo Ministro, nonostante le sue padronanze linguistiche, quando parla della strage di Bologna, chissà perché dimentica sempre l’aggettivo “neofascista”.
Purtroppo, molte anime ingenue, o eticamente pigre, continuano a credere, che queste siano delle innocue distrazioni. Anzi, costoro si accaniscono con chi ne sottolinea la pericolosità, accusandolo di fomentare divisioni e conflitti.
Peccato che la menzogna porta sempre e solo a nuove schiavitù. Solo la Verità ci rende liberi.
Pe. Marco