DATI SULL’IMMIGRAZIONE IN ITALIA. Meno 20% degli arrivi con i corridoi umanitari. Calano anche i rimpatri, nonostante gli annunci di Meloni e Piantedosi
Per tutto il 2023 il governo Meloni ha raccontato di essere impegnato, rispetto all’immigrazione, su due fronti: tolleranza zero verso gli ingressi irregolari, gestione dei canali legali. «Saremo noi a decidere chi arriva nell’Ue e non i trafficanti», ha ripetuto spesso la premier in compagnia di Ursula von der Leyen, inedita partner politica. I numeri pubblicati ieri nel numero di aprile di Polizia Moderna, che esce nell’anniversario della fondazione del corpo e riporta un affresco quantitativo delle sue attività, descrivono però una situazione diversa dagli annunci dell’esecutivo.
I titoli di soggiorno emessi dallo Stato sono diminuiti del 3%: 1.523.533 nel 2023, contro i 1.570.183 dell’anno precedente. Più drastico il calo delle persone bisognose di protezione che hanno potuto raggiungere il territorio nazionale in sicurezza grazie ai corridoi umanitari: da 969 a 779. Il 20% in meno per il progetto che secondo l’Italia dovrebbe fare da contrappeso alle politiche securitarie che violano i diritti fondamentali di centinaia di migliaia di migranti, soprattutto in Libia. Non solo i numeri restano bassissimi, quindi, ma addirittura calano.
Che gli ingressi via mare siano cresciuti del 50% in un anno è cosa nota: al 31 dicembre scorso erano stati 157.651. Così sono aumentate anche le richieste di protezione internazionale: da 84.399 a 137.954. Resta al palo, invece, la carta su cui il governo aveva scommesso tutto: i rimpatri. Erano stati 4.401 nel 2022, sono scesi a 4.368 lo scorso anno. Di questi, 3.134 riguardano persone transitate dai Cpr. Complessivamente ne sono state trattenute 6.667: una su due è stata quindi privata della libertà senza motivo, non potendo essere riportata nel paese d’origine. In totale le forze dell’ordine hanno emesso 28.983 provvedimenti di allontanamento dal territorio nazionale, tre su quattro sono rimasti parole su fogli di carta.
Il rapporto parla poi di «425 provvedimenti restrittivi a carico di scafisti, trafficanti e favoreggiatori nell’ambito del contrasto a immigrazione clandestina e tratta di esseri umani». Non si possono fare confronti puntuali con l’anno precedente perché questi dati sono aggregati, quelli del 2022 segnavano 147 provvedimenti restrittivi per immigrazione clandestina e tratta e 226 scafisti arrestati.
Restano le difficoltà di trasferire dall’Italia i cittadini stranieri nei paesi Ue di primo approdo: su 642 richieste in base al regolamento Dublino ne sono state eseguite 21. Del resto il nostro paese fa altrettanto con i migranti che dovrebbe riprendersi: il governo tedesco ha reso noto che su 15.479 richieste all’Italia ne sono state realizzate 11. Funziona meglio il meccanismo di relocation messo a punto dalla ex ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, sempre attaccato dalle destre di opposizione, che ha reso possibile il trasferimento all’estero di 986 richiedenti asilo: quasi tutti in Germania, dove ne sono andati 886.
Questi numeri non parlano della necessità di nuove strette securitarie. Al contrario testimoniano l’irrazionalità, che significa anche inefficacia, delle attuali politiche italiane ed europee di gestione dei movimenti di persone. Una situazione destinata a peggiorare con l’approvazione del Patto Ue su migrazione e asilo.