Origine: Italia (2015)
Soggetto: Daniele Luchetti, Martin Salinas, Pietro Valsecchi
Sceneggiatura: Daniele Luchetti, Martin Salinas
Fotografia (Scope/a colori): Claudio Collepiccolo, Ivan Casalgrandi
Musiche: Artuto Cardelus
Montagg.: Mirco Garrone, Francesco Garrone
Durata: 98′
Produzione: Pietro Valsecchi per TaoDue Film .
Si torna con la memoria al 1981, quando usci nelle sale “Da un paese lontano”, il film che il polacco Krzysztof Zanussi aveva realizzato in tempi decisamente rapidi sul connazionale Karol Wojtyla, il quale, nato nel 1920, era diventato Pontefice di Roma il 16 ottobre 1978. Da allora la storia ha fatto tante capriole, fino ad arrivare alla scelta di un Pontefice proveniente ancora da più lontano, dall’altra parte dell’Oceano, e del mondo, e far arrivare in Vaticano il card. Jorge Bergoglio con il nome di Papa Francesco. E’ già entrato nel cuore e nella mente di tutti questo modo rapido di chiamarlo, di salutarlo e di parlarci, diretta conseguenza, forse, di quel ‘buona sera’, così semplice e familiare che il Pontefice volle rivolgere ai fedeli in Piazza S. Pietro la sera della sua elezione. Era il marzo del 2013 e quel tono intimista e spoglio sarebbe diventato un modo di fare e atteggiarsi non più eliminabile. Sono passati appena due anni ed ecco nei cinema “Chiamatemi Francesco”, un film su Papa Bergoglio. Nella non facile impresa di realizzare un film su una figura già tanto carismatica si è cimentato Daniele Luchetti, regista italiano dal curriculum importante (Il portaborse, 1991; La scuola, 1995; Mio fratello è figlio unico, 2007; La nostra vita, 2010) fortemente segnato da storie tra cronaca sociale, denuncia, sentimenti esasperati.Il film ripercorre 50 anni di storia con pulizia e precisione : dalle vittime dei militari alla generosa dedizione di Bergoglio per indifesi e ultimi, il quadro è sincero, giusto, coerente. Allo stesso tempo segnato da un tono didattico che forse utile per coinvolgere di più il pubblico ma al contempo rinuncia ad ogni sguardo profondo, inquieto, sofferto. E’ il Francesco della gioia e della chiesa aperta a tutti. E’ il Papa che non teme un film, anche se non del tutto riuscito. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile e nell’insieme realistico.