Mi chiamo Jean e questa è la mia storia. Sono nato in Costa d’Avorio, precisamente nel villaggio di Cosrou. La mia famiglia è interamente ivoriana e ho una sorella e un nipote. Nonostante abbia vissuto qui per gran parte della mia vita, non ho la cittadinanza italiana e, sinceramente, non credo sia così importante per me averla. Molte persone vedono la cittadinanza come un lasciapassare per viaggiare all’estero ma uno dei miei obbiettivi è tornare in Africa, per realizzare alcune idee personali. Inoltre, con il permesso di soggiorno di lungo periodo, posso comunque viaggiare in diversi paesi senza troppi problemi.
Durante la mia infanzia ho cambiato casa un paio di volte, adattandomi sempre a nuove realtà, anche se sono sempre rimasto a Lecco.
Il mio percorso scolastico non è stato molto diverso da quello dei miei coetanei, tranne per il primo anno in Italia alle elementari. Nonostante le iniziali difficoltà linguistiche, essendo arrivato da piccolo, ho imparato rapidamente l’italiano. Non ho mai subito discriminazioni direttamente, anche se ho assistito a episodi spiacevoli nei confronti di alcuni miei amici.
Attualmente sto seguendo un percorso di formazione online. I miei obiettivi per il futuro includono la realizzazione di progetti personalì che sto pianificando attentamente. Per quanto riguarda la mia Fede sono cristiano. I miei genitori sono molto devoti, ma io ho sviluppato un mio personale approccio alla religione, che non influisce molto sulla mia vita quotidiana.
I miei amici provengono da diversi contesti culturali. Sono un ragazzo socievole e grazie all’ambiente scolastico ho avuto l’opportunità di fare amicizia con persone di molte nazionalità. Crescere in un paese diverso da quello dei miei genitori è stata una risorsa per me. Mi ha permesso di imparare molte cose e di avere opportunità che altrimenti non avrei avuto. Ad esempio, l’istruzione e le risorse disponibili in Italia mi hanno dato strumenti e conoscenze, che sarebbero state difficili da ottenere in Costa d’Avorio.
Una domanda che sento spesso è se mi sento italiano. Credo che sentirsi italiano non dipenda solo dal luogo di nascita, ma anche dalle azioni, dai pensieri e dal modo di vivere. Mi sento fortunato ad essere un ragazzo di seconda generazione, che ha avuto l’opportunità di crescere e imparare in un ambiente sviluppato e in una famiglia aperta. I miei amici mi vedono per quello che sono: Jean. Fra di noi non c’è distinzione tra italiano e migrante; siamo semplicemente persone che condividono esperienze e amicizie.
Se posso lasciare un messaggio al mondo, sarebbe questo: l’identità non è solo una questione di cittadinanza o luogo di nascita; è fatta delle nostre azioni, dei nostri sogni e del nostro contributo alla società. Dovremmo guardare oltre le etichette e vedere le persone per quello che sono realmente.