Sono Ana peruviana.
Nel mio sangue porto i frutti della colonizzazione dell’America Latina; infatti mio papà è discendente dagli spagnoli e mia mamma dagli indigeni peruviani. Sono cattolica e sono arrivata a Lecco il giorno 8 dicembre 2002. Sono nata a Junin in Perù, una regione montuosa. Ho studiato fino a 17 anni e poi per tre anni ho aiutato i miei genitori nell’allevamento del bestiame e nella coltivazione dei prodotti andini. A 20 sono andata a Lima, perché mia mamma già andava a vendere il mais. Inizialmente volevo essere poliziotta, ma mia mamma non poteva mantenermi. Così ho iniziato a vendere con una bancarella per mantenermi. Lentamente ho aumentato le mie vendite. Così ho potuto iniziare la Scuola di Polizia, ma non sono riuscita a finire, per la scarsa preparazione scolastica ricevuta nelle scuole di Junin.
Ho pianto, ma sono tornata alla mia bancarella. Quando ho sentito che alcuni parenti erano andati in Italia, mi sono organizzata. Mi avevano detto che bisognava avere un compaesano per riceverti in Italia, per non finire per strada. Per completare i soldi del viaggio alcuni parenti mi hanno aiutata. Sono stata il primo membro della mia famiglia ad arrivare in Italia.
Per arrivare all’aeroporto Malpensa di Milano ho fatto tre scali in differenti Paesi. Sono partita in pullman da Lima per l’Ecuador, perché a quel tempo si poteva entrare direttamente in Italia dall’Ecuador, ma non dal Perù. Arrivata in Ecuador, mi hanno fatto i documenti ecuadoriani. Dall’Ecuador sono andata in Colombia per confondere la dogana; dalla Colombia sono andata in Francia. Ho fatto tutto il viaggio con molta paura, senza mangiare, sperando che tutto andasse bene. Infatti, se fossi tornata, come avrei fatto a restituire i soldi presi in prestito?
Quando sono arrivata all’aeroporto di Malpensa, mi stavano aspettando dei compaesani, che mi hanno ospitato e mi hanno aiutato a cercare lavoro.
Dopo un mese mi avevano trovato un lavoro a Lecco. Ho sostituito una mia compaesana, che era incinta. Durante i primi mesi di lavoro ho avuto molta difficoltà, perché non riuscivo a comunicare; quindi decisi di andare alla Scuola di Maggianico per imparare la lingua italiana. Una domenica, tornando da Milano, ho conosciuto una signora, che fece un contratto per mia sorella Edith. E così anche lei poté venire regolarmente.
Nel 2003 sono stata assunta e quindi ho potuto portare in Italia le mie due sorelle e anche mio cognato e tutti e tre avevano il contratto di lavoro.
Il 15 settembre 2006 ho portato i miei genitori a Lecco per il Battesimo di mia figlia. I miei genitori hanno amato Lecco per la qualità del pane e delle castagne.
Ringrazio di cuore tutte le persone che mi hanno aiutato soprattutto il signore del sindacato che mi ha aiutato e mi ha fatto conoscere le leggi italiane.
Ringrazio anche nostro Signore che mi ha dato la forza di andare avanti.
Adesso vivo con mia figlia a San Giovanni di Lecco e lavoro come domestica in due famiglie lecchesi.
Penso di seguire mia figlia, fino quando sarà autonoma; ma nella vecchiaia spero di tornare nella mia terra d’origine, perché là ho le mie radici.