Si combatte la povertà, solo combattendo la ricchezza Posted on 1 Maggio 202329 Agosto 2023 By admin Nessun commento su Si combatte la povertà, solo combattendo la ricchezza La ricchezza non è solo abbondanza, ma concentrazione di beni. E la povertà non è solo bisogno,ma negazione dei beni esistenti e accumulati. Se ci fosse abbondanza di beni per tutti, non cisarebbe ricchezza, ma abbondanza. Se mancassero i beni per tutti non ci sarebbe povertà, mascarsità. Non si può identificare la ricchezza con l’abbondanza o la povertà con la mancanza. Laricchezza e la povertà hanno a che fare con la concentrazione dei beni esistenti. Non è qualcosa dinaturale, ma un prodotto sociale. Né è qualcosa di buono, etico ed evangelico, ma un’ingiustiziasociale e un peccato che grida al Cielo. Ecco perché dobbiamo lottare con tutte le nostre forzecontro la povertà e contro la ricchezza. C’è povertà solo perché c’è ricchezza. E si combatte lapovertà solo combattendo la ricchezza.L’espressione più estrema e drammatica di questo rapporto tra ricchezza e povertà è la fame. È ilrisultato di un modo di organizzare la società, che concentra i beni nelle mani di pochi e nega allagran parte della popolazione anche i mezzi materiali della mera sopravvivenza. Come si spiega, cheuno dei maggiori produttori alimentari del mondo lasci più di 33 milioni di persone soffrendo lafame (15,5% della popolazione) e più di 125 milioni di persone soffrendo l’insicurezza alimentare(58,1% della popolazione)? Non c’è carenza di cibo in Brasile. Anzi. Ogni anno, il paese batte irecord nella produzione alimentare. Quello che c’è è concentrazione di merci nelle mani dipochi. La povertà e la miseria dei molti è il risultato della ricchezza/concentrazione di pochi.E questo quadro generale della ricchezza che produce povertà e miseria si riproduce in ogniregione del Brasile e del mondo. Un esempio di questo è la valle di Jaguaribe, nel Ceará. Secondole informazioni del Ministero della Cittadinanza, oltre il 43% della popolazione della regione vive inpovertà (reddito mensile fino a 486 reais) o in estrema povertà (reddito mensile fino a 168 reais). Èinteressante notare che questa regione è uno dei centri più importanti dell’agrobusiness delCeará: frutticoltura, allevamento di gamberetti, coltivazione del cotone, allevamento, ecc. Solo ilcomune di Limoeiro do Norte, che ha il secondo più grande PIL agricolo del Ceará, ha il 39% dellasua popolazione in povertà o povertà estrema. E questa situazione si riproduce, con le suepeculiarità, in tutte le regioni del paese.Tutto ciò dimostra che ricchezza non significa solo abbondanza, ma concentrazione di beni. E chela povertà non è solo mancanza, ma negazione dei beni esistenti e accumulati. Nel suo discorso diapertura della Conferenza dell’Episcopato Latinoamericano a Puebla, in Messico (1979), GiovanniPaolo II ha espresso bene questa situazione, riferendosi ai meccanismi che producono “sempre piùricchi a spese di sempre più poveri”. E ha formulato bene un principio che dovrebbe guidarel’azione per affrontare questa situazione: “su tutte le proprietà private pesa un’ipotecasociale”. Riprendendo e approfondendo questa riflessione, Francesco ricorda nella sua esortazioneapostolica “La gioia del Vangelo” che “la disuguaglianza è la radice dei mali sociali” e insiste sulfatto che “finché i problemi dei poveri non saranno radicalmente risolti, rinunciando all’autonomiaassoluta dei mercati e della speculazione finanziaria e attaccando le cause strutturali delladisuguaglianza sociale, i problemi del mondo non saranno risolti e, alla fine, nessun problema” (EG202).Ciò non nega l’importanza e la necessità di azioni di emergenza e politiche di welfare (la fame hafretta!), ma dimostra che non sono sufficienti e che è necessario lottare per politiche strutturali,che promuovano la distribuzione dei beni esistenti e accumulati: demarcazione delle terreindigene e quilombola, riforma agraria, agricoltura familiare contadina, alloggio, salute, istruzione,riforma fiscale con tassazione delle grandi fortune e tassazione progressiva, ecc. E questo puòessere raggiunto solo con la mobilitazione e organizzazione popolare. Da qui l’insistenza diFrancesco sull’importazione di movimenti popolari nella lotta per i diritti e la giustizia sociale. Nelsuo primo incontro mondiale con i movimenti popolari (14/01/2015), sintetizzando sogni e lotte,ha indicato una vera agenda per la costruzione di una nuova società:“Nessuna famiglia senza una casa,nessun contadino senza terra,nessun lavoratore senza diritti,nessuna persona senza la dignità che viene dal lavoro”!Papa Francesco Popoli in cammino